Estratto modificato da Atleti Diplomatici di Giuseppe Turdo

Quando, negli anni Cinquanta, il presidente del CIO, Brundage, propose alle due Germanie una partecipazione congiunta alle Olimpiadi di Helsinki, trovò una ferma opposizione da parte di entrambi i Paesi. La presenza ai Giochi di una Nazione che poteva presentarsi con una propria delegazione, una propria bandiera, e un inno nazionale, costituiva un forte messaggio di carattere politico a tutto il mondo circa l’esistenza di quel Paese. Eventualità che la Germania Est avrebbe voluto sfruttare al massimo e che la Germania Ovest avrebbe voluto evitare. Il CIO insistette per la partecipazione congiunta; per la Germania Est sarebbe stato l’unico modo di partecipare alle Olimpiadi, mentre per la Germania Ovest alla fine divenne un’opzione accettabile perché un suo rifiuto avrebbe potuto far cambiare idea al Comitato Olimpico e dargli l’opportunità di riconoscere la DDR come stato sovrano.
Karl Ritter Von Halt, un esperto funzionario sportivo occidentale con un passato negli alti ranghi del partito nazional-socialista, e Kurt Edel, un ex atleta della DDR dalle capacità diplomatiche non troppo spiccate, si incontrarono nel maggio 1951 per definire i termini dell’accordo sulla partecipazione in comune a Helsinki. Von Halt era anche membro del comitato olimpico; ex dirigente della Deutsche Bank durante il nazismo, era stato imprigionato dai sovietici a Buchenwald e liberato solo cinque anni dopo come una delle contropartite per l’iscrizione dell’URSS al CIO. Fin dall’inizio, von Halt attuò una tattica ostruzionistica, imponendo che eventuali vittorie degli atleti dell’Est venissero celebrate con l’inno nazionale della Germania Ovest, Deutschlandlied. Ciò irritò Edel notevolmente, e in un momento di frustrazione rilasciò dichiarazioni lesive della dignità di von Halt, in particolare rivolgendosi al suo passato nazista, e del CIO in generale. Per Edel, le proposte di von Halt erano inaccettabili perché avrebbero evidenziato ai Giochi che la Germania Est non era una Nazione indipendente. La tattica di von Halt era evidentemente quella di far fallire i negoziati. Vi fu una situazione di stallo di molti mesi, fino a che il CIO non organizzò, poco prima dei Giochi, un meeting a Copenaghen in cui i delegati delle due Germanie si sarebbero incontrati con i membri del Comitato Olimpico. Come prevedibile, la Germania Ovest fece saltare i negoziati; approfittando di canali privilegiati con il governo danese, il governo di Bonn riuscì a far pervenire il più tardi possibile il visto d’ingresso ai delegati della DDR. L’impedimento fece infuriare i delegati del CIO che interpretarono il ritardo come mancanza di rispetto. Il risultato di quella riunione fu che la Germania Ovest avrebbe partecipato alle Olimpiadi di Helsinki come Nazione indipendente, mentre gli atleti della Germania Est sarebbero rimasti a casa. Stesso copione due anni dopo, nel maggio 1954. Kurt Edel arrivò ancora fuori tempo massimo al meeting del CIO ad Atene, grazie al solito ritardo nella concessione del visto caldeggiato in segreto dal governo di Bonn; di conseguenza, la Germania Est non potè difendere le proprie posizioni, perdendo ulteriore tempo. La disputa proseguì nell’agosto dello stesso anno, quando un gruppo di nuotatori della DDR subì un lungo ritardo all’aeroporto di Berlino mentre attendeva i visti necessari per partecipare ai Campionati Europei di nuoto che si tenevano a Torino. La FINA, la Federazione Internazionale di Nuoto (oggi nota come World Aquatics), tentò di mediare con le autorità italiane a favore della Germania Est, ma l’intervento ostruttivo dei funzionari della Germania Ovest complicò ulteriormente la situazione. Alla fine, una collaborazione congiunta tra politici italiani del Partito Comunista risolse la situazione in favore dei loro compagni della DDR, portando al rilascio dei visti appena 12 ore prima dell’inizio dell’evento. La Germania Est ottenne ottimi risultati, vincendo due medaglie d’oro. Come previsto, ci furono problemi con l’inno nazionale. Gli organizzatori torinesi avevano la vecchia registrazione di Deutschland über Alles, l’inno nazista, il che era inaccettabile; Klaus Huhn, il capo delegato della DDR, si precipitò nella sala di trasmissione e consegnò al tecnico del suono un disco con la musica di Auferstanden aus Ruinen, l’inno della Germania Est. Tuttavia, il tecnico riprodusse per errore il lato B, che conteneva una versione molto più lunga con musica e testo (ben tre strofe!), suscitando grande fastidio tra i tedeschi occidentali.

